Viaggio nella felicità

Felicità ai tempi del Covid

Il Covid non dipende da noi. Ma le nostre reazioni al Covid sì, quelle dipendono da noi eccome.

Per questo, se vogliamo vivere una vita felice anche ai tempi del Covid possiamo provare a mettere in pratica alcuni suggerimenti che ci vengono dalla psicologia positiva.

Innanzitutto, è normale vivere sensazioni negative in questo periodo: ansia, frustrazione, incertezza, tristezza, rabbia… sono tutte sensazioni normali per questo periodo così difficile.

Ma come reagire a tali sensazioni?

Un metodo per gestire queste sensazioni è la tecnica chiamata “RAIN”, una pratica di meditazione sviluppata dalla psicologa americana Tara Brach che possiamo utilizzare ogni volta che siamo di fronte ad una sensazione negativa.

– “R” sta per “RICONOSCERE”: dai il nome a ciò che stai vivendo, riconosci la sensazione negativa che stai sperimentando. Ad esempio hai ricevuto un’e-mail che ti ha indisposto? Bene, riconosci che ti senti infastidito, frustrato o agitato per via di questa e-mail;

– “A” sta per “ACCETTARE”: accetta che questa sensazione sia presente in te, un po’ come quando sai che devi avere a che fare con un vicino che non ti va a genio.  E’ li… devo accettarlo;

– “I” sta per “INVESTIGARE”: cerca di capire cosa comporta in te questa sensazione, a livello fisico e mentale. Hai il petto pesante? Tensione al collo? Hai voglia di pensare ad altro e vai a mangiare qualcosa? Nota che cosa accade nel tuo corpo e nella tua mente. Se ci pensi, e le riconosci, le emozioni negative passano più velocemente;

– “N” sta per “NUTRIRE”: questo passaggio è molto importante. Parla a te stesso e cerca di nutrire i tuoi sentimenti, prenderti cura di ciò che stai vivendo, utilizzando le parole che diresti ad un amico che si presenta da te parlandoti del problema che stai vivendo tu. Usa un po’ di sana auto-comprensione, senza essere duro con te stesso. In fondo, è solo un’e-mail.

Occorre processare le sensazioni che viviamo, di modo da non lasciarle crescere dentro di noi. Dobbiamo passare oltre. Questo è un modo per farlo, che ci viene offerto dalla scienza.

E vi dirò che anche gli stessi Budda e Gesù ci guidano in questa saggia (e sana!) direzione.

Nella “storia delle due frecce”, Budda ci ha insegnato che l’uomo saggio non è quello che, colpito da un evento doloroso, si affligge, si tormenta, non si da pace… e fa quindi esperienza di due dolori: quello fisico (la prima freccia) e quello mentale (la seconda freccia). L’uomo saggio, quando prova una sensazione spiacevole non si preoccupa, non si agita, non perde il senso della realtà. Così, evita di soffrire due volte, una prima volta a causa di eventi esterni e una seconda volta a causa di come lui si pone rispetto a tali eventi esterni.

In maniera simile, Gesù ci ha esortato a non diventare preda delle inquietudini e dell’affanno, perché ciascun giorno ha già le proprie difficoltà e non dobbiamo mai dimenticarci che siamo preziosi agli occhi di Dio, che ci ama immensamente: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né riempiono i granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? (…) Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena” (Matteo 6: 26,34). Che dire se non… amen!

Un caro saluto a tutti voi amici,

Elena

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