Viaggio nella felicità

Bei voti, bei risultati… tutto sbagliato per essere felici

Venite valutati in università o al lavoro?

Fate attenzione, perché la “motivazione estrinseca” (ottenere bei voti o bei risultati) sembra ridurre la nostra “motivazione intrinseca” (se abbiamo scelto quell’università o quel lavoro lo abbiamo fatto perché ci piaceva, ed avevamo quindi un interesse che faceva sì che fossimo contenti di occuparci di quelle cose). 

E’ quanto è stato dimostrato in un famoso studio condotto da Deci et al. nel 1971, dal quale è emerso che ricevere ricompense economiche (cioè una motivazione estrinseca) per compiti per i quali siamo “intrinsecamente motivati” riduce la nostra “motivazione intrinseca” rispetto a non ricevere ricompense economiche per tali compiti.

Focalizzarci sui voti/risultati oltre a ridurre la nostra “motivazione intrinseca” può anche portarci ad avere una mentalità che è piuttosto problematica per la nostra felicità: quella che viene chiamata la “mentalità fissa” (c.d. “fixed mindset”).

Carol Dweck – una nota psicologa americana che ha insegnato alla Columbia University, all’Università di Harvard e all’Università dell’Illinois prima di entrare a far parte della facoltà di Stanford – ha individuato due mentalità (c.d.”mindset”) verso cui sono orientate le persone quando si parla di intelligenza.

Da un lato, ci sono le persone orientate a ritenere l’intelligenza come un tratto fisso (c.d. “fixed mindset”): secondo queste persone, siamo nati con un certo grado di intelligenza e possiamo fare poco per modificarlo.

Dall’altro lato, ci sono le persone che ritengono di poter accrescere in modo significativo la propria intelligenza con lo studio, l’impegno e l’esperienza (hanno cioè una “growth mindset”, una “mentalità della crescita”).

Alcuni di voi diranno: “quindi se sono nato in un certo modo non posso farci niente”…

Non è così. Possiamo imparare a superare la nostra “mentalità fissa”.  Come? Semplicemente ricordando a noi stessi che ci sono ormai tantissime evidenze neuro-scientifiche che dimostrano che il nostro  cervello è in grado di crescere, creare nuove connessioni, imparare tramite l’impegno e gli errori. Il semplice fatto di ricordare a noi stessi questa cosa produrrà degli effetti positivi sul nostro modo di vivere e reagire alle sfide della vita. Addirittura, uno studio condotto da  Blackwell et al.  nel 2007 ha dimostrato che gli studenti ai quali veniva spiegato questo concetto riportavano successivamente voti molto migliori in matematica rispetto a quelli ai quali veniva fatto credere che il nostro cervello non può crescere e ciascuno di noi nasce con un grado di intelligenza fisso ed immodificabile.

Ciò a cui dobbiamo mirare non è avere dei “bei voti” o dei “bei risultati”, ma avere una “mentalità di crescita”.

Ricordare a noi stessi che siamo in grado di migliorare ci farà essere più felici: non ci farà vivere un brutto risultato solo come un fallimento, ma anche come un’occasione di crescita, così come non ci farà nascondere i nostri punti deboli o i nostri difetti, ma ce li farà vivere come aspetti su cui lavorare per essere persone migliori.

Dobbiamo pensare a noi stessi come “studenti per tutta la vita”, essere intellettualmente curiosi e motivati a crescere.

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